Proposta Pastorale 2018-2019

IO SONO UNA MISSIONE #perlavitadeglialtri

 

Luca 6, 12-13

In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.  Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli.

Innamorava il vederlo in mezzo a noi

«Passava da un punto all’altro del cortile, sempre riportando il vanto di abile giocatore, cosa che richiedeva sacrificio e fatica continua. “Innamorava il vederlo in mezzo a noi, diceva uno di questi allievi, ora già in età avanzata. Alcuni di noi erano senza, giubba, altri l’avevano, ma tutta a brandelli; questi a stento teneva ai fianchi i calzoni, quell’altro non aveva cappello, o le dita dei piedi sì affacciavano dalle scarpe rotte. Si era scarmigliati, talora sudici, screanzati, importuni, capricciosi, ed egli trovava le sue delizie stare coi più miserabili. Per i più piccini, aveva poi un affetto da madre. Talora due fanciulli per questioni di giuoco si ingiuriavano e si percuotevano. Don Bosco si faceva presso di loro invitandoli a smettere. Accecati dalla rabbia alcuna volta non gli badavano, ed egli allora alzava la mano come in atto di percuoterli; ma ad un tratto si fermava, prendendoli per un braccio li divideva, e subito quei biricchini cessavano come per incanto da ogni litigio”. Sovente schierava in due campi opposti i giovani per la barrarotta, e facendosi egli stesso capo di una parte, si incamminava un gioco così animato che, parte giocatori e parte spettatori, tutti i giovani si infiammavano per quelle partite. Da un lato si voleva la gloria di vincere Don Bosco, dall’altro si, faceva festa per la sicurezza della vittoria. Non di rado egli sfidava tutti i giovani a sopravanzarlo nella corsa, e fissava la meta destinando il premio al vincitore. Ed eccoli allineati. Don Bosco solleva la veste al ginocchio: – Attenti, grida: Uno, due, tre! – E un nugolo di giovani si slancia, ma Don Bosco è sempre il primo a toccar la meta. L’ultima di queste sfide ebbe luogo precisamente nel 1868 e Don Bosco, nonostante le sue gambe gonfie, correva ancora con tanta rapidità da lasciarsi indietro 800 giovani fra i quali moltissimi di una snellezza meravigliosa. Noi presenti, non potevamo credere ai nostri occhi. (MB III,127)

 

L’angelo custode di Michele Magone

Beppe conosceva già Michele di fama. Quella stessa mattina, dopo la messa, don Bosco lo aveva chiamato nel suo ufficio.

– Senti, Beppe: se ti domandassi un piacere, me lo faresti?

– Certo, volentieri.

– Anche se è un po’ difficile?

– Anche se è molto difficile. Farò del mio meglio.

Dunque: c’è all’Oratorio un ragazzo di Carmagnola. Si chiama Michele Magone. Suo padre è morto già da un po’ di tempo, e così Michele è cresciuto abbandonato a se stesso. Potrebbe anche aver preso un indirizzo sbagliato. Perciò tu dovresti fargli da angelo custode, facendotelo amico e correggendolo, ma con molta bontà, quando vedi che non si comporta bene.

– E se non mi ascolta?

– Vedrai che ti ascolterà. In ogni caso ci sono qui io ad aiutarti. E poi c’è il Signore. Dunque, buona fortuna, e appena puoi vieni a darmi notizie del tuo amico.

Così Beppe era diventato l’angelo custode di Michele. Don Bosco pensava infatti che, oltre all’angelo invisibile messo da Dio a custodirci, nel caso di ragazzi tipo Michele c’era posto e lavoro anche per un secondo angelo, visibile. Per questo egli sceglieva i suoi migliori ragazzi, sviluppando così il loro senso di responsabilità e formandoli allo stile di servizio. Era la prima volta che Beppe era stato scelto a far da angelo custode, e iniziò con entusiasmo.

(G. Bosco, Vita di Michele Magone)

logo 2018-2019

Sussidi MGS 2018-2019

Il Movimento Giovanile Salesiano Italia ha declinato la Proposta Pastorale per i cammini delle diverse fasce d’età. I sussidi per Fanciulli, Preadolescenti, Adolescenti sono pensati per gli educatori che li accompagnano. Diversamente questo anno il sussidio Giovani è stato realizzato come un Quaderno da utilizzare personalmente. 

Da settembre delle Case Salesiane e qui.