Proposta Pastorale 2023-2024

TU VEDI PIU’ LONTANO DI ME

“Segnaletica per tornare a sognare”

#sullastradadeisogni

Quest’anno, come preparazione immediata alla ricorrenza bicentenaria del sogno dei nove anni, è importante concentrare l’attenzione sulla possibilità e sulla capacità di sognare oggi. Come giovani e adulti, come educatori e pastori coltiviamo dei sogni e desideriamo sognare. Talvolta però la nostra capacità immaginativa è ridotta e umiliata, e non ci permette di avere grandi sogni.

Negli anni precedenti poco ci siamo soffermati sul tema del “sognare”, cioè su quella attitudine di apertura promettente verso il futuro che lascia spazio a Dio ed entra in dialogo con lui, accogliendo il suo punto di vista. Esattamente qui si inserisce e prende corpo la proposta pastorale per l’anno 2023-24: Tu vedi più lontano di me. La proposta pastorale dovrebbe regalarci una “segnaletica per tornare a sognare”.

[…]

Da una parte il sogno va inteso come irruzione misteriosa di Dio nella nostra vita. Qui si va dall’esterno verso l’interno. Dio qui è il “totalmente altro” che entra nella nostra vita attraverso i sogni. Lo fa in forma verticale, a volte perfino traumatica e violenta, creando una rottura, chiedendo un cambiamento, spingendoci ad una conversione repentina. E’ una presenza forte e decisa che ci porta in un’altra dimensione, che ci invita a cambiare rotta, che ci mette in crisi, che ci dischiude nuovi punti di vista. Si manifesta nella logica della vocazione, che è sempre un momento di rivelazione di un’alterità che sconvolge i nostri progetti. […] In altra direzione, Dio si manifesta in noi come “non altro”, cioè come colui che è più intimo a noi di noi stessi e che quindi agisce attraverso intuizioni spirituali, ispirazioni interiori e desideri del cuore. Qui Dio opera con dolcezza, perché tocca l’esistenza attraverso gli eventi della vita e le situazioni che incontriamo  quotidianamente e che diventano appello per la coscienza da interpretare alla luce della fede. […]

1 Sam 3,1-10

Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. In quel tempo Eli stava riposando in casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. Allora il Signore chiamò: «Samuele!» e quegli rispose: «Eccomi», poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuele!» e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quegli rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò ancora e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. Eli disse a Samuele: «Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta». Samuele andò a coricarsi al suo posto. Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta».

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